15 Ottobre 2014
AMBIENTE E TERRITORIO

 Una discarica nella terra del vino
Centinaia di tonnellate di rifiuti di Roma e del resto del Lazio potrebbero prendere la strada per Velletri, città che rischia di ospitare un impianto per smaltire i rifiuti di mezza regione. Un progetto, quello presentato, completamente sproporzionato per la cittadina dei castelli romani, 2 milioni di metri cubi di rifiuti rappresentano una ferita che non sarà mai più risanata. Dopo il suicidio CO.PRO.VI che ha eliminato una importante risorsa economica del territorio, questa non può essere certamente sostituita dal business dei rifiuti. L'area dove dovrebbe sorgere l'impianto all'interno di una cava è un'area di grande pregio agricolo e paesaggistico, definita " paesaggio agrario di rilevante valore"; ci troviamo nella zona di produzione del vino di qualità, del kiwi, una zona dove l'agriturismo rappresenta un volano economico per l'intero territorio e che rischierebbe completamente di sparire. In zona cinque archi, il numero sembra una beffa, è previsto il nuovo impianto di smaltimento che dovrebbe comporsi di cinque impianti, uno per l'essicazione e il primario trattamento dei rifiuti, uno per il compost, un terzo per il trattamento del percolato, una discarica vera e propria e infine un impianto di distribuzione del gas prodotto. "Si tratta di una vera e propria devastazione dell'ambiente e del paesaggio, ed è sicuramente un progetto che non risponde alle esigenze economiche di questo territorio -afferma Gabriel Battistelli, direttore della Coldiretti Roma. Occorre, come stiamo facendo, trovare delle opportunità e delle alternative di sviluppo per per questa zona, nel rispetto di quelle che sono le caratteristiche che da secoli la rappresentano, i suoi prodotti agricoli, vino in testa. Occorre un uso consapevole del territorio e non un consumo indiscriminato come questo gruppo di privati sta proponendo, violentando l'ambiente e sconvolgendone le caratteristiche. Per non parlare poi delle conseguenze sulla salute dei cittadini, e sulle conseguenze che le falde acquifere presenti nel sottosuolo dell'area potrebbero avere. Per quanto riguarda le infrastrutture, le strade che ad oggi sono quasi ad uso dei trattori, diventerebbero di transito di camion, bilici che trasportano fino a 600 ql.di non si sa cosa. Parafrasando una celebre canzone di Celentano che diceva "la dove c'era l'erba ora c'è una città", non vorremmo arrivare a dire "la dove c'era un vigneto ora c'è la mondezza di Roma". Coldiretti prende atto del dissenso espresso anche dall'amministrazione comunale nell'ultimo consiglio, sperando che non sia troppo tardi per bloccare questo scempio del territorio. "La nostra posizione - afferma David Granieri presidente della Coldiretti di Roma e del Lazio- sarà ferma e irremovibile, la tutela del territorio costituisce una priorità strategica per il nostro futuro, abbiamo a cuore i nostri produttori, il nostro territorio, l'ambiente che ci circonda che rappresenta il biglietto da visita anche per la capitale e soprattutto la salute dei cittadini di oggi è di domani". 

 

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