Oltre 20 mila mercati presenti in 30 Paesi nel mondo, 60 associazioni, 200 mila agricoltori e famiglie coinvolte, per un bacino di utenza stimato in oltre 300 milioni di consumatori. Sono solo alcuni dei numeri della Coalizione Mondiale dei Farmers Markets, promossa da Coldiretti e dai suoi partner internazionali, di cui ha parlato il fondatore della World Farmers Coalition e direttore generale di Fondazione Campagna Amica, Carmelo Troccoli, a Floracult, la mostra di florovivaismo amatoriale, che ospita a Roma dal 22 al 25 aprile piante insolite, fiori rari, ma anche libri e convegni per parlare di temi legati all’ambiente e alla cultura del verde.
Protagonisti della manifestazione Floracult nella giornata di oggi sono stati proprio i mercati contadini di Coldiretti Lazio, in un’ottica internazionale con la Coalizione Mondiale dei Farmers Markets, ma anche attraverso il dibattito sulla biodiversità, l’importanza della stagionalità e delle tradizioni, che vengono rispettate nei mercati di Campagna Amica. Temi affrontati da Francesco Giardina, responsabile del Settore Biologico, Biodinamico e della Biodiversità della Coldiretti.
“Siamo uno dei dieci programmi della Fao selezionati nell’ambito del progetto di Food Coalition - spiega il fondatore World Farmers Coalition, Carmelo Troccoli - Tra i promotori della Coalizione Mondiale dei Farmers Markets, insieme all’Italia ci sono Usa, Norvegia, Australia, Danimarca, Giappone, Canada, Cile, Ghana, Sud Africa, Georgia, Inghilterra e altri hanno dichiarato sin da subito il loro interesse ad aderire”.
Tra gli obiettivi c’è la diffusione di un modello di sviluppo economico ambientale e sociale sostenibile, tramite la filiera corta. Il supporto all’agricoltura familiare, la promozione del cibo locale e poi l’emancipazione degli agricoltori, in particolare delle donne e dei giovani, ma anche la conservazione della biodiversità e la lotta ai cambiamenti climatici.
“Supportata dalla Fao - prosegue Troccoli - la coalizione è uno strumento per la diffusione dei mercati contadini nel mondo, con particolare riguardo ai Paesi in via di sviluppo, accompagnando da una parte i governi verso l’adozione di un quadro normativo specifico e dall’altra assistendo le associazioni locali degli agricoltori nello sviluppo di reti come quella di Campagna Amica in Italia, della Farmers Market Coalition negli Stati Uniti o in Canada, con supporto a livello tecnico-legale, di comunicazione e di formazione per manager e agricoltori”.
L’Italia è il Paese della Ue con la più estesa rete organizzata di mercati contadini con 12.000 agricoltori coinvolti in circa 1.200 farmers market di Campagna Amica, per un fatturato nazionale della filiera corta con vendita diretta che raggiunge i 6 miliardi di euro all’anno.
“L’affermazione dei mercati degli agricoltori nelle metropoli ha consentito di ridurre la distanza tra produttore e consumatore - spiega Francesco Giardina, responsabile del Settore Biologico, Biodinamico e della Biodiversità della Coldiretti - rafforzando il legame tra aree rurali e aree urbane, con un importante patrimonio di biodiversità, che dalle campagne si trasferisce in città. I mercati contadini, con la vendita diretta, sostengono i redditi degli agricoltori e garantiscono ai consumatori la possibilità di acquistare al giusto prezzo cibo sano. Consentono, inoltre, di ridurre gli sprechi e difendendo la biodiversità, in un circuito etico virtuoso con una giusta distribuzione del valore dal campo alla tavola. Non bisogna sottovalutare l’impatto positivo sul clima con il consumo di prodotti a chilometri zero, che non devono percorrere grandi distanze con mezzi inquinanti”.