Quasi un centinaio i tir e le autobotti aperti con il supporto determinante delle forze dell’ordine, dalla Guardia di Finanza ai carabinieri dei Nas, dalla polizia ai vigili del fuoco, durante la mobilitazione al Brennero di Coldiretti con oltre diecimila agricoltori arrivati nella due giorni alla frontiera da tutte le regioni per dire basta al cibo straniero spacciato per italiano.
“Quello che chiediamo – dice il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri, di ritorno dal Brennero insieme agli agricoltori partiti dalla nostra regione – è una maggiore trasparenza delle informazioni che devono essere fornite ai consumatori. E’ proprio per questo che abbiamo bisogno dell’obbligo di origine a livello europeo”. Tra le richieste c’è anche quella di “imporre un netto stop alle importazioni sleali di cibo prodotto secondo modalità vietate in Italia e in Europa – conclude Granieri - dall’uso di sostanze non consentite allo sfruttamento del lavoro e dell’ambiente”.
Tra i prodotti trovati nei tir fermati cosce di maiale dal Nord Europa già pronte per essere lavorate e magari diventare prosciutti venduti sul mercato con nomi del tipo “nostrano” o “di fattoria”. Ma c’è anche l’uva indiana diretta a Novara, che entra nel nostro Paese in confezioni che non rispettano le normative e che dovranno dunque essere sostituite, con il dubbio che possa essere cambiata. Emblematico anche il caso dei preparati industriali a base di uova in arrivo dalla Polonia considerato che l’Italia è pienamente autosufficiente per il suo fabbisogno nazionale. E non mancano cagliate danesi per fare il formaggio con destinazione Parma, ma tra i prodotti scoperti nel corso dei controlli ci sono anche 25mila chili di latte austriaco diretti a Brescia, 23mila chili di pere dal Belgio dirette a Taranto, cipolle dell’est Europa spedite a Parma, formaggi con nome italiano fatti nel Nord Europa, tulipani olandesi in viaggio per Verona, 21mila di chili di patate “nordiche” spedite a Crotone, prodotti da forno, carne di maiale e molto altro.
Al Brennero è partita una grande raccolta di firme per una proposta di legge europea di iniziativa popolare che porti a estendere l’indicazione dell’origine in etichetta su tutti i prodotti in commercio nell’Unione Europea. L’obiettivo è arrivare a un milione di sottoscrizioni per spingere l’Europa a cambiare verso sul fronte della trasparenza su quanto portiamo in tavola, con l’impegno trasversale della politica e del mondo delle associazioni.