19 Ottobre 2011
Danni da fauna selvatica

scarica il modello di risarcimento

“L’agricoltura è oggi l’unica attività di impresa sottoposta a continui danni senza che siano garantiti i giusti indennizzi”. Questo il commento rammaricato del direttore della Coldiretti di Frosinone, Paolo De Cesare. “Purtroppo – aggiunge - quanto ormai accade frequentemente in molte zone del territorio, con i danni da fauna selvatica, impone un cambiamento di passo e di atteggiamento nelle risposte ad allevatori ed imprenditori agricoli. Cinghiali, nutrie, cornacchie e lupi fanno quotidiane incursioni nei campi, devastando le colture e, in alcuni casi, anche compiendo delle vere e proprie stragi di pecore e vitelli. Tali animali, giustamente, sono considerati degni di tutela, ma i danni da loro causati non vengono quasi mai indennizati. Indennizzi che, oltretutto, arrivano, quando arrivano, in ritardo e che solitamente non coprono neanche la metà del danno economico subito dall’impresa, anche a causa dei guasti della malaburocrazia”. Per questo Coldiretti Frosinone, presente in tutti i comuni della provincia, è pronta a raccogliere le istanze da far pervenire agli ambiti territoriali di caccia per inoltrare le richieste di risarcimento. “Va bene la salvaguardia e la protezione delle specie a rischio, ma vanno salvaguardati anche gli interessi degli agricoltori. Nei mesi scorsi abbiamo reclamato attenzione per i fondi bloccati e non liquidati a quanti hanno presentato le domande di indennizzo così come previsto. Chiediamo per questo alla Provincia l’immediato sblocco dei fondi e nella previsione di bilancio per il prossimo anno di stanziare somme più rilevanti ma, soprattutto, di eliminare lungaggini burocratiche che non permettono rimborsi in tempi economicamente validi per quanti subiscono danni. Basti considerare che nella nostra provincia gli indennizzi per danni da fauna selvatica sono fermi dal 2008 e ciò ha determinato che, in alcuni casi, le imprese più colpite hanno addirittura chiuso i battenti. Occorre per questo una chiara inversione di rotta. La Pubblica Amministrazione deve mettere in campo da subito una serie di soluzioni, dai piani straordinari di controllo, per garantire la selezione e il prelievo degli animali in soprannumero, oltre all’accelerazione delle procedure di rimborso dei danni, coordinando in maniera più efficace i diversi enti che sovrintendono alla gestione del territorio. Non è più accettabile che proprio in un momento di crisi particolare si lascino sole le imprese dinanzi all’assedio dei selvatici, pregiudicandone il ruolo economico, per lo sviluppo del territorio e dell'ambiente”.

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