8 Agosto 2014
ECONOMICO

PER IL PREZZO DEL LATTE SCENDA IN CAMPO IL PRESIDENTE ZINGARETTI. LA MISURA E’ COLMA.

“Caro Presidente, l’annosa questione della proprietà della Centrale del latte di Roma, le esigenze di tutela della qualità e della territorialità del nostro prodotto e l’attesa che in questi giorni si giunga ad una definizione del prezzo del latte, dopo la riunione del Tavolo di concertazione per la definizione del prezzo alla stalla, mi spingono a scriverti”.
Inizia così la lettera aperta che Coldiretti Lazio ha inviato al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Il presidente David Granieri si appella “al buon senso di Zingaretti affinché intervenga direttamente e con decisione per fare in modo che la Regione Lazio metta in atto quel ruolo di impulso e mediazione che le è proprio ed ora più che mai può e deve esercitare”. Come? Granieri non ha dubbi. Coldiretti Lazio, Organizzazione che ha tra i suoi scopi quello di tutelare la competitività ed agevolare il rilancio delle imprese agricole del territorio, propone un’iniziativa concreta per venire incontro al comparto zootecnico messo, come ben noto in questo periodo di crisi, a dura prova: utilizzare gli immobili di proprietà dell’ARSIAL per costituire un fondo che permetta di disporre di liquidità per un valore che già oggi limitatamente al patrimonio urbano della sola ARSIAL si aggira intorno ai 100 milioni, con l’obiettivo di garantire agli allevatori la partecipazione all’acquisto di quote significative della centrale del latte di Roma. Come sai – continua Granieri - la Coldiretti del Lazio è scesa in campo più volte, anche con azioni molto forti in nome della tutela della qualità e dell'origine del nostro latte, proprio nel caso della Centrale del Latte, sulle cui vicende proprietarie e gestionali questa Organizzazione si è espressa con l'obiettivo di arrivare ad un maggiore protagonismo del mondo allevatoriale romano e laziale”.
Per Coldiretti- come più volte e in diversi ambiti anche il direttore regionale Aldo Mattia ha messo in risalto- si deve tener conto della gravità della situazione che si è venuta a creare con la scadenza, da oltre un mese, dei contratti, con una corsa al ribasso che gli allevatori laziali non sono più in grado di sostenere. Infatti nel solo mese di luglio, ad appena un mese dalla scadenza dei contratti, si registra un calo medio dei prezzi di oltre il 5%, passando da circa 45 centesimi al litro a poco più di 42 centesimi. A ciò si aggiunge un calo dei prezzi del latte crudo alla stalla, sia in Germania che in Francia, che si traduce nella perdita di qualità del latte laziale e della competitività degli allevatori del nostro territorio, mettendo in crisi il settore zootecnico che già negli ultimi cinque anni ha visto diminuire il numero delle aziende da latte di quasi il 40%. “Mi appello, dunque, alla tua sensibilità - conclude la lettera aperta Granieri - e al tuo buon senso nel farti parte attiva nel perorare la proposta di Coldiretti Lazio perché gli allevatori hanno diritto ad un quadro di certezze che consenta loro di programmare la propria attività ed il proprio futuro visto che l’unico dato cresciuto negli ultimi anni è quello relativo ai costi di produzione che oggi ammontano in media a 48 centesimi al litro.

I NUMERI
Nel Lazio, si contano 1413 aziende in produzione, 1401 quelle che consegnano il proprio latte e 65 quelle che lo vendono direttamente. Le vacche in lattazione sono 54.000.
Ebbene dal 2008 al 2012, il numero delle aziende è calato del 36,8% e quello delle vacche è diminuito del 25%. L’unico dato con il segno più davanti, purtroppo è quello relativo ai costi di produzione che ammontano in media a circa 48€ /100Kg di latte, con un incremento del 17,5%.

 

 

 

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