7 Settembre 2010
Mobilitazione dei pastori della Coldiretti

“La mobilitazione dei pastori della Coldiretti continua a livello regionale e nazionale per verificare se gli impegni assunti dopo la nostra manifestazione si trasformeranno in fatti concreti”. Lo ha annunciato il direttore provinciale della Coldiretti di Frosinone, Gianni Lisi,  presente oggi insieme agli oltre mille pastori della Coldiretti giunti a Roma da Sardegna, Lazio, Toscana, Sicilia, Umbria e da altre regioni italiane, al termine dell’incontro con i rappresentanti istituzionali delle regioni e dello Stato, al Ministero delle Politiche agricole.
“Entro dieci giorni le proposte contenute nella nostra piattaforma dovranno - ha sostenuto Lisi commentando l’esito comunicato dal presidente nazionale dell’organizzazione agricola Sergio Marini - trasformarsi in risposte concrete al tavolo annunciato dal Ministero delle Politiche Agricole. Noi continuiamo comunque a tenere alta la guardia soprattutto dopo le conferme che abbiamo avuto alla nostra denuncia sul fatto che - continua Lisi che si è intrattenuto a lungo durante la manifestazione con il direttore regionale della Coldiretti del Lazio, il frusinate Aldo Mattia - lo Stato italiano è incredibilmente proprietario di una industria in Romania che, con latte romeno e ungherese, produce formaggi di pecora che vengono “spacciati” come Made in Italy sui mercati europeo e statunitense contribuendo ad uccidere con la concorrenza sleale i pastori italiani.Si tratta di un fatto gravissimo che rappresenta – ha aggiunto Lisi - un vero e proprio “falso Made in Italy di Stato” sul quale il Ministero delle politiche Agricole si è impegnato ad indagare con l’istituzione di una apposita Commissione per fare luce sul caso denunciato dalla Coldiretti e su casi analoghi”. Lisi, insieme ai circa 100 pastori ciociari, ha raggiunto, con i suoi più stretti collaboratori, la Capitale, dove dalla sede nazionale di via XX Maggio, la nutrita delegazione, ha raggiunto la sede le ministero dell’Agricoltura in XX Settembre. Sono stati offerti i veri pecorini e formaggi ciociari ed è stata allestita anche una mini–mostra dei formaggi che si continuano a spacciare per italiani ma che in verità di italiano hanno davvero ben poco. “Una giornata che reputiamo abbastanza positiva – ha commentato Lisi – che è stata utile a far emergere ancora meglio le nostre proposte come Coldiretti per dare nuovo slancio al settore oggi in forte crisi. La nostra piattaforma rappresenta una risposta globale infatti a quanto sta accadendo e per questo auspichiamo in tempi brevi una concreta soluzione della vertenza e risposte certe e definitive per una crisi che, è bene ricordare, non riguarda solo il prezzo, oggi fermo a poco più di 60 centesimi per litro, ma nel concreto offre una programmazione seria e mirata di riorganizzazione del settore. La nostra piattaforma per il rilancio e lo sviluppo del settore per  “Una filiera ovi-caprina tutta agricola e tutta italiana” – ha aggiunto Lisi - è stata ulteriormente definita nel corso del vertice che si è tenuto nel primo pomeriggio a Roma presso Palazzo Rospigliosi sede della Coldiretti al quale hanno partecipato tutti e mille i pastori presenti. Il documento prevede interventi compatibili con quanto Stato e regioni possono fare. Non ci aspettiamo, dunque, una risposta immediata perchè vogliamo dare il tempo alle istituzioni per fare le opportune verifiche senza nascondersi dietro l’alibi del “non conosciamo” o “verificheremo”. Questo a partire dalla necessità di chiarire perché lo Stato italiano è proprietario di una industria che in Romania, con latte romeno e ungherese, produce formaggi di pecora che vengono “spacciati” come Made in Italy sui mercati europeo e statunitense contribuendo ad uccidere con la concorrenza sleale i pastori italiani. Ora aspettiamo solo - ha concluso Lisi - che venga a breve riconvocato un tavolo per avere risposte definitive e fino ad allora la nostra mobilitazione continuerà.

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