26 Novembre 2011
RIFORMA DELLA PAC

Il progetto di riforma della Pac premia la rendita e non l'impresa

La Commissione europea ha presentato il 12 ottobre 2011, un progetto di riforma per la politica agricola comune (Pac) prevista dopo il 2013. La nuova Pac, secondo il progetto di riforma dovrà promuovere l’innovazione, rafforzare la competitività – sia dal punto di vista economico che ecologico – del settore agricolo, far fronte ai cambiamenti climatici, sostenere l’occupazione e la crescita. L'insoddisfazione di Coldiretti è palese; la proposta di riforma premia chi ha tanta terra e non ci fa niente; invece di definire gli agricoltori attivi in base a quello che effettivamente fanno. "Il testo varato dalla Commissione - ha denunciato il presidente della Coldiretti, Sergio Marini - li definisce solo in base alla quantità di aiuti che ricevono premiando così le rendite e le dimensioni e non certo il lavoro e gli investimenti. Con questa riforma paghiamo il prezzo di una storica assenza dell’Italia nelle sedi comunitarie nei momenti in cui si prendono le decisioni importanti. In Europa si è abituati a decidere con largo anticipo e non come da noi dove affrontiamo i problemi giorno per giorno dopo che si sono verificati. Con questo atteggiamento miope in Europa l’Italia ha sempre perso nel passato, perde oggi con questa riforma e, se non cambierà comportamento, continuerà a perdere nel futuro. Una situazione inaccettabile di fronte alla quale la Coldiretti è pronta a mettere in campo ogni azione utile per realizzare una riforma più equa e giusta, visto che si prospetta per l’Italia una trattativa tutta in salita. In un momento di forte crisi economica – ha sottolineato il presidente della Coldiretti - le risorse andrebbero, infatti, indirizzate verso un’agricoltura che dà risposte in termini di competitività, occupazione, sicurezza alimentare e soprattutto verso chi l’agricoltura la fa sul serio e ci vive”. Il testo varato dalla Commissione premia invece le rendite e le dimensioni anziché il lavoro, la qualità e la produzione di cibo sano.
I punti salienti della riforma si possono così sintetizzare:
·          Aiuti al reddito più mirati: l’aiuto di base riguarderà solo gli agricoltori definiti in attività. Sarà decrescente a partire da 150.000 euro con un massimale annuo di 300.000 euro per azienda, tenendo conto del numero di posti di lavoro creati nelle aziende agricole.
·         Strumenti di gestione delle crisi più reattivi e adeguati alle nuove sfide economiche per i comparti maggiormente esposti incentivando la creazione di assicurazioni e fondi di mutualizzazione.
·         Il pagamento "verde" per rafforzare la sostenibilità ecologica del settore agricolo e di valorizzare gli sforzi compiuti dagli agricoltori.
·         Finanziamenti per la ricerca e l’innovazione per sostenere progetti di ricerca utili per l’attività agricola.
·         Una filiera alimentare più competitiva attraverso il sostegno alle organizzazioni di produttori e lo sviluppo di filiere corte.  
·         Incoraggiare le iniziative agroambientali dando a queste iniziative priorità nella politica di sviluppo rurale.
·         Facilitare l’insediamento dei giovani agricoltori e sostenerli durante i primi cinque anni di vita del loro progetto.
·         Stimolare l’occupazione rurale e lo spirito d’impresa incoraggiando le iniziative di sviluppo locale
·         Maggiore attenzione alle zone fragili con un maggiore sostegno agli agricoltori che si trovano in zone soggette a vincoli naturali.
·         Una PAC più semplice ed efficace nei meccanismi.

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