29 Novembre 2011
SUMMIT SULLA PAC

 “La riforma della Politica agricola comune (Pac) deve rappresentare l’occasione per una forte legittimazione della spesa verso l’agricoltura risolvendo i problemi strutturali di volatilità dei prezzi e del ridotto potere negoziale lungo la filiera”. Così il presidente ed il direttore della sede ciociara, Loris Benacquista e Paolo De Cesare che, questa mattina, hanno preso parte, insieme ad una numerosa e qualifica delegazione di dirigenti ed imprenditori agricoli ciociari, al primo summit sulla riforma della Politica Agricola convocato a Roma con il Commissario europeo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale Dacian Cioloþ, il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali   Mario Catania, il Presidente della commissione agricoltura del Parlamento europeo Paolo De Castro e il relatore del Parlamento europeo sul regolamento orizzontale della Pac Giovanni La Via. Occorre evitare - hanno sottolineato De Cesare e Benacquista - che all’accoppiamento dei prezzi alla produzione che aveva causato una rendita di posizione a valle della filiera, si sostituisca una nuova forma di accoppiamento alla superficie che rappresenterebbe una nuova ed incomprensibile rendita fondiaria. Questo è il principio che deve guidare le modifiche alla proposta della Commissione Europea anche e soprattutto per tutelare il settore agricolo provinciale che si è impegnato di piu’ verso un modello agricolo capace di rispondere alle aspettative dei cittadini in termini di sicurezza, qualità, biodiversità, occupati e ricchezza prodotta per ettaro. Altrimenti, paradossalmente – hanno aggiunto – proprio la nostra provincia, la regione Lazio e l’intero Paese, sarebbero i territori più penalizzati”.
Bisogna superare nel negoziato le criticità che riguardano, in particolare, l’insostenibile taglio delle risorse disponibili, l’applicazione del “greening” e la definizione di agricoltore attivo, ma anche le misure per controllare la volatilità dei prezzi agricoli nonché la necessità di rafforzare le organizzazioni dei produttori. La proposta della Commissione individua la figura dell’agricoltore attivo al quale destinare le risorse della Politica agricola comune (Pac), in base ai finanziamenti che già prende e non per quello che fa e per come lo fa e cio’ oltre ad essere iniquo è inaccettabile per i cittadini. Per Coldiretti e per l’intera filiera agricola italiana l’agricoltore attivo non può, invece, che essere quello professionale, cioè quello che lavora e vive di agricoltura e che sarebbe spinto all’abbandono dalla riduzione del sostegno.

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