4 Dicembre 2012
VALLE DEL SACCO

“Siamo davvero esterrefatti e perplessi dopo aver appreso che, a causa di un vizio di notifica della conclusa indagine per uno degli indagati, sia stato mandato all’aria il processo in sede penale contro i presunti inquinatori della Valle del Sacco”. Così Aldo Mattia e Paolo De Cesare, direttori della sedi della Coldiretti di Roma e di Frosinone che aggiungono. “Le persone individuate quali responsabili del disastro ambientale, derivato dallo sversamento di sostanze chimiche nel fiume, con il conseguente avvelenamento di persone e animali, insomma, sembra non potranno essere perseguite. Come Coldiretti Roma restiamo davvero esterrefatti di tutto ciò ma anche perplessi perché sembra che la vicenda, se si escludono alcuni timidi segnali, non interessi più all’opinione pubblica. Allo stesso modo sembra che anche  che nessuno si adoperi per tentare di attuare il progetto di risanamento di una delle zone più agricole dell’intera regione”. La vicenda, partita nel 2007, portò alla ribalta il grave problema bel bacino del fiume Sacco (interessando i comuni di Colleferro, Segni e Gavignano e altri della Ciociaria) rendendo necessario l'abbattimento di migliaia di capi di bestiame contaminati.” La nostra indignazione – spiegano presidenti di Coldiretti Roma e Frosinone, David Granieri e Vinicio Savone  -  in questa battaglia contro il disastro ambientale della Valle del Sacco per un processo che dovrà ora ricominciare da capo è molto alta. Non solo i vizi di notifica bloccano le udienze ma non si registrano novità anche in relazione ai progetti da attuare per dare nuovo slancio all’economia agricola dell’area e un presente e un futuro alle centinaia di imprese agricole colpite. La disattenzione non aiuta ad andare avanti – chiosano ancora Granieri e Savone – e non si registrano segnali  utili a ricostruire un territorio che ha mezzi per farlo» Gli esempi su come procedere per migliorare l’area non mancano ad iniziare dal progetto realizzato nella Ruhr e da quanto presentato dalla Fondazione Kambo, grazie alla sinergia con il Vescovo di Frosinone, Mons. Ambrogio Spreafico, che però sembra, sino a oggi, non abbia trovato rispondenze positive da parte degli Enti pubblici coinvolti. “E’ davvero disarmante – concludono Granieri e Savone – che nei mesi scorsi risorse importanti siano state utilizzate a livello regionale per attività meno dignitose e salite alla rilbalta delle cronache senza dubbio meno importanti per il nostro patrimonio paesaggistico ed ambientale a scapito degli imprenditori e dei cittadini. Su questo chiediamo ancora una volta di alzare l’attenzione e di riflettere ognuno per il proprio ruolo circa la necessità di aprire un nuovo capitolo che però possa portare a fatti concreti e non a promesse di cui i nostri imprenditori sono davvero stanchi. Come Coldiretti crediamo che la strada tracciata dall’arch. Kipar per la Fondazione sia percorribile ma non comprendiamo davvero a chi giovi lasciare tutto in un cassetto”. 

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